Il Sup è morto, lunga vita al Sup!

Chiapas, Manifesto zapatista a San Cristobal del las Casas

Chiapas, Manifesto zapatista a San Cristobal del las Casas

Se sei il subcomandante Insurgente Marcos ti devi indubbiamente far carico di un numero ragguardevole di sbattimenti. Innanzitutto cominci ad avere una certa età, e a quasi sessant’anni l’umidità della giungla chapaneca ha probabilmente già iniziato da mó a causarti una discreta quantità di reumatismi e fastidi vari.

Inoltre sei ricercato da vent’anni suonati e ogni volta che senti un fruscio tra gli alberi pensi subito che ad andar bene potrebbe essere un puma che ti vuole mangiare, o l’esercito centrale che viene a prelevarti per condurti al gabbio. Ad andar male invece, potrebbe essere un’altra volta Bertinotti.

Comunque, è notizia relativamente recente (arrivata in Italia giusto il giorno dei risultati delle ultime europee, come la ciliegina avvelenata su un’enorme torta di merda) che il Subcomandante Marcos ha  smesso di esistere.

– La prima cosa che ho pensato quando ho appreso la notizia è che “smettere di esistere” è un concetto esistenziale tanto difficile da capire, quanto impossibile da prendere sotto gamba.

– La seconda cosa che ho pensato è che avendo io prenotato pochi giorni prima un volo per il Messico, il mio viaggio avrebbe perso quel qualcosa di politicamente sexy che l’esistenza del Subcomandante mascherato nella Selva Lacandona gli conferiva. Mannaggia.

Ma torniamo a monte.

Già a dicembre del 2013 il Sup aveva lasciato il comando dell’esercito al Subcomandante Moises.

Il 2 maggio 2014 i paramilitari hanno attaccato il caracol (quartier generale zapatista) de La Realidad distruggendo la scuola, la clinica e massacrando a bastonate il maestro Galeano (Juan Luis Solís), poi finito con un colpo alla testa.

Il 25 maggio 2014, con un ultimo discorso pronunciato presso il caracol de La Realidad, il Subcomandante/Subcommediante/Delegato Zero lascia la carica di portavoce dell’EZLN e commette il suicidio rituale del personaggio Marcos, per assumere il nome di Subcomandante Insurgente Galeano in onore del compagno ucciso.

Soprattutto però, in esso discorso egli ammette di essere stato solo un travestimento pubblicitario, di non essere MAI esistito. Di essere stato solo una marionetta, un ologramma (testuali parole), un figurante, nato per rendere il progetto zapatista più comprensibile agli occhi del mondo. Di seguito un estratto del suo ultimo discorso tradotto da globalproject.info.

“All’alba del giorno primo del primo mese dell’anno 1994, un esercito di giganti, cioè, di indigeni ribelli, scese in città per scuotere il mondo al suo passaggio. Solo pochi giorni dopo, col sangue dei nostri caduti ancora fresco per le strade cittadine, ci rendemmo conto che quelli di fuori non ci vedevano. Abituati a guardare gli indigeni dall’alto, non alzavano lo sguardo per vederci. Abituati a vederci umiliati, il loro cuore non comprendeva la nostra degna ribellione. Il loro sguardo si era fermato sull’unico meticcio con addosso un passamontagna, ovvero, non guardavano. Allora i nostri capi e cape dissero: “Vedono solo quanto sono piccoli, creiamo qualcuno piccolo come loro affinché lo vedano ed attraverso lui vedano noi”. Iniziò così una complessa manovra di distrazione, un trucco di magia terribile e meraviglioso, un malizioso trucco del nostro cuore indigeno, la saggezza indigena sfidava la modernità in uno dei suoi bastioni: i mezzi di comunicazione. Incominciò allora la costruzione del personaggio chiamato “Marcos”.

(…)

Marcos un giorno aveva gli occhi azzurri, un altro li aveva verdi, o marroni, o miele, o neri, a seconda di chi faceva l’intervista o scattasse la foto. Era riserva in qualche squadra di calcio, commesso in qualche negozio, autista, filosofo, cineasta, e gli eccetera che potete trovare sui media prezzolati di quei calendari ed in diverse geografie. C’era un Marcos per ogni occasione, cioè, per ogni intervista. E non è stato facile, credetemi, allora non c’era wikipedia e se venivano dallo Stato Spagnolo doveva sapere se il corte inglés [la più importante catena di grandi magazzini in Spagna – n.d.t.], per esempio, era un taglio d’abito tipico dell’Inghilterra, un negozio di generi alimentari, o un supermercato. Se posso definire il personaggio Marcos, direi senza indugio che è stata una montatura. Per intenderci, diciamo che Marcos era un Mezzo non Libero (attenzione: non è la stessa cosa di un media prezzolato)”.

Il discorso integrale (molto bello, devo dire) lo potete trovare qui: http://comune-info.net/2014/06/tra-luce-e-ombra-zapatisti/

Forse qualcuno dei miei 17 lettori si starà chiedendo perché gli ho simpaticamente tirato questo pippone zapatista.

E, niente! È solo che Un leader politico/militare che a un certo punto, dopo una guerra con un sacco di morti e 20 anni di latitanza (che continuerà fino alla morte fisica, immagino) si ritira perché ammette di non servire più assolutamente a niente e di essere stato solo uno stronzo col passamontagna, sinceramente dovevo ancora vederlo.

Adesso posso morire felice.

È un iperbole, ovviamente. Non ho nessunissima intenzione di schiattare, grazie. In fondo ho solo 35 anni compiuti oggi. Devo ancora fare un sacco di cose e bere un sacco di birre.

In ogni caso, alla fine in Chiapas ci sono stata e ho pure incontrato gli zapatisti. Sono un sacco carini. Ma questa è un’altra storia. Intanto pubblico un po’ di foto!

Montagne del Chiapas.

Montagne del Chiapas.

Chiapas, mural in una comunità zapatista

Chiapas, piramide maya di Toninà, in territorio zapatista

Chiapas, ingresso al caracol di Oventik

Chiapas, mural al caracol di Oventik

Chiapas, mural al caracol di Oventik

Scorci milanesi

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Amo Milano. La Milano di notte, quando non c’è in giro nessuno e io attraverso la città da sola, preferibilmente un po’ brilla, leggera come una farfalla nonostante la mia non esile figura. Le seguenti foto le ho scattate per lavoro, per una mostra con un budget basso e la necessità di un fotografo gratis. Magari si salva qualcosa.

Basilica di Sant'Ambrogio

Basilica di Sant’Ambrogio

Basilica di Sant'Ambrogio

Basilica di Sant’Ambrogio

Naviglio Grande

Naviglio Grande

Montenapo

Montenapo

Piazza del Duomo

Piazza del Duomo

La metro

La metro

Galleria Vittorio Emanuele II

Galleria Vittorio Emanuele II

Cortile di Brera

Cortile di Brera

 

Volo in Cappadocia

La Turchia è stupenda e, signori! Si mangia divinamente. Per il bere direi che ci sono un po’ più di difficoltà… Ma con la buona volontà qualche birra si rimedia. Il mio unico rimpianto riguarda la brevità del viaggio. L’Anatolia sarebbe da girare avanti e indietro per mesi, perché la densità di avvenimenti storici che hanno caratterizzato questi luoghi e la quantità di popolazioni che hanno attraversato e abitato l’Anatolia fin dalle epoche più lontane, la rendono una delle culle della civiltà indoeuropea. Parliamo di Ittiti, Lici, Palaici, Luvi, Lidi, Cari, Pisidi, Sidetici, Aperitaviti, Aperitivi e chi più ne ha più ne metta. Istanbul fu Bisanzio e fu Costantinopoli, fu meltin’ pot ante litteram e fu Asia e fu Europa. Quando siamo stati a Istanbul c’erano manifestazioni con cariche della polizia e lacrimogeni. Tra una carica e l’altra abbiamo trovato in terra 550 € sfuse e prive di documenti. Resistendo alla tentazione di sputtanarcele in droga e alcool, ce le siamo sputtanate in taxi, cene e giro in mongolfiera tra i camini delle fate della Cappadocia.

Volo in Cappadocia

Volo in Cappadocia

Volo in Cappadocia

Volo in Cappadocia

Volo in CappadociaVolo in CappadociaVolo in CappadociaVolo in Cappadocia

Manti, tipici ravioli turchi coperti di yogurt, aglio e erbe

Manti, tipici ravioli turchi coperti di yogurt, aglio e erbe

Istanbul

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Istanbul: il Sole tramonta dietro la moschea di Solimano

Istanbul: il Sole tramonta dietro la moschea di Solimano

Istanbul, Moschea blu

Istanbul, Moschea blu

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, Santa Sofia; simboli di due religioni

Istanbul, Santa Sofia; simboli di due religioni

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, Santa Sofia

Istanbul, quartiere Galata

Istanbul, quartiere Galata

Istanbul, quartiere di Balat

Istanbul, quartiere di Balat

Istanbul, Asia

Istanbul, Asia

Istanbul

Istanbul